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4. Mostra "Pasolini Roma" a Barcellona, 23 maggio-15 settembre 2013

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"Pagine corsare"
LA SAGGISTICA - MOSTRE
Pasolini Roma
Mostra a Barcellona
23 maggio-15 settembre 2013
Inaugurazione 22 maggio 2013 ore 19,30

IN SPAGNOLO E IN ITALIANO


4/6
Roma. Il Palazzo della Civiltà del Lavoro all-EUR

Capitolo Quarto– Pasolini dispone di mezzi per acquistare un grande appartamento, di cui scrive che sarà “la casa del suo funerale”. Lascia il centro chiassoso di Roma per un quartiere tranquillo e residenziale, quello dell’Eur, concepito da Mussolini, in cui compra all’inizio del 1963 un appartamento al numero 9 di via Eufrate. Vi porterà sua madre, che potrà praticare il giardinaggio, e la sua giovane cugina Graziella Chiarcossi, che ora è parte della famiglia. La via Eufrate sbocca da un lato davanti alla chiesa dei santi Pietro e Paolo, di cui si può ammirare la bella architettura alla De Chirico del Palazzo della Civiltà del Lavoro costruito a maggior gloria del fascismo, che attualmente i romani chiamano il Colosseo quadratoDa questo quartiere costruito su una collina si possono vedere, nel 1963, le grandi opere della periferia, le autostrade in costruzione e, in lontananza, quando l’aria è pura e il cielo chiaro, il mare della spiaggia di Ostia. I suoi due personaggi di Uccellacci e uccellini (1965-1966) interpretati da Totò e Ninetto Davoli percorrono questi spazi della periferia scardinati dalla costruzione delle autostrade e di nuove città, allontanandosi ogni volta dal centro per percorrere quello che resta della campagna romana a metà degli anni sessanta.
Roma continua ad essere al centro della vita di Pasolini, che però inizia a prendere le distanze e a rifugiarsi nel sud Italia (che sarà la cornice del Vangelo secondo Matteo, 1964), in India dove era già stato nel 1961 in un lungo viaggio con Moravia, e in Africa. Il Terzo Mondo incomincia a rappresentare per lui un’alternativa alla “piccola Italia” (l’Italietta) che lo opprime, benché Roma continui a essere il luogo di espressione della sua “disperata vitalità” All’inizio del 1963 viaggia nell Yemen, in Kenya, Ghana, Nigeria…
Tra marzo e novembre del 1963 Pasolini gira un documentario su un tema tabù nel paese del Vaticano, Comizi d’amore. Al volante della sua auto, percorre tutta l’Italia, microfono in mano, per intervistare gli italiani sul concetto di sessualità. Questo lavoro lo porta da Milano a Palermo, passando per Modena, Bologna, Firenze, Roma, Napoli e Catanzaro poiché intende dare conto della mentalità profonda delle differenti regioni e dello stato sociale italiano nei confronti del tema del sesso. A Parigi, Michel Foucault pubblicherà nel 1977 un testo in cui manifesterà il suo grande interesse per questa iniziativa del “cinema verità all’italiana” su un tema tabù.
Prima di trovare in Palestina i luoghi per girare, in pochi giorni incontra nel sud Italia, al volante della sua auto, tutte le localizzazioni per Il Vangelo secondo Matteo. Il film, dedicato a papa Giovanni XXIII, provoca controversie al Festival di Venezia, dove ottiene il Premio Speciale della Giuria anziché il Leone d’Ora cui aspirava Pasolini che fu assegnato invece a Deserto rosso di Michelangelo Antonioni.
Il film viene presentato a Notre-Dame di Parigi. In quel periodo la capitale francese si trasforma in un secondo centro di gravità della sua vita intellettuale, come se sentisse la necessità di ampliare il suo dialogo con altri interlocutori che non fossero quelli del proprio paese in cui continuava a polemizzare regolarmente con la stampa. Pasolini scambia le proprie idee e teorie con gli intellettuali francesi più prestigiosi dell’epoca: Jean-Paul Sartre, Roland Barthes, Christian Metz e il suo rivale cinematografico Jean-Luc Godard a cui più tardi chiederà il “prestito” di Anna Wiazemsky e Jean-Pierre Léaud per Teorema e Porcile
PAESI AFRICANI VISITATI
DA P.P.PASOLINI O NEI QUALI IL REGISTA
HA AMBIENTATO QUALCUNO DEI SUOI FILM

COMIZI D'AMORE
In «Pasolini per il cinema», Sceneggiature e trascrizioni,
Appendice a Comizi d'amoreMeridiani Mondadori 2001

[…]
La  gente responde. Un torbellino, un caos.
Una babel de opiniones diferentes.
las más ridiculas, inconcebibles y contradictorias. E ingenuas, infantiles, escandalizadas, «carentemente sensatas, privadas en realidad de qualquier sentido lógico. La gente responde. Está claro que la armazón de la encuesta tendrà que ser muy nitida, casi matemática; pero la realización deberá ser lo mas posible, según el gráfico de las opiniones de la gente sobre los problemas que se plantean.
La encuesta podrà dividirse en dos partes: una primera, en la que prevalecen las
peticiones de opinión al público -un público medio, como el que puebla la sala y que tendrá los ojos puestos en la pantalla, buscando reconocerse en los «tipos» interrogados-; y una segunda parte, mas particularmente dedicada a las opiniones de «los que saben», las opiniones de los hombres de cultura.
Tanto la primera parte como la segunda deberían estar divididas en breves y asimétricos apartados, cada uno con su título (títulos que podrian estar impresos sobre imágenes de animales horrendos, arañas, microbios, amebas, monstruos, serpientes que se devoran...).
El primer apartado podria estar dedicado al lugar que ocupa el sexo en la vida, su peso en los sentimientos, pensamientos e instintos que regulan nuestra existencia cotidiana. El realizador va por la calle, ve a una gruesa ama de casa que vuelve de la compra y le pregunta: «¿Disculpe, qué importancia tiene el sexo en su vida?». Luego ve a un estudiante de secundaria que corre hacia el autobus al salir del instituto, lo detiene y: «¿Qué importancia tiene, o tendrà, el sexo en tu vida?».
Después entra en el despacho de un profesional importante, concentrado en sus papeles bajo un Segantini falso, y de nuevo: «¿Qué importancia tiene el sexo en su vida?».
Probablemente todos negarán que el sexo tenga ninguna importancia en su vida.
Pero en cien o doscientas preguntas que se hagan, seguro que habrá una docena que se puedan seleccionar de manera que se integren recíprocamente; media docena en que precisamente los interpelados se protegerán con hipocresía, alejando de sí la sola idea de que el sexo tenga la menor importancia; y otra media docena, al contrario, en que los interpelados, con humor o con angustia, tendrán el valor de admitir la importancia real del sexo en su vida.
Y en este punto es donde podría intervenir uno de los colaboradores (Moravia, con su barroquismo romano, por ejemplo) sobre el problema: «Sexo: inhibición, hipocresía y convenciones sociales», y su discurso estaría ilustrado tras las primeras frases, por materiales de repertorio (por ejemplo, podrían volver a aparecer las imágenes de los «inhibidos» vistos antes de los titulos de cabecera, los mártires de la represión: anormales, neuróticos, locos, etc.).
Y de esto, que podria ser el tema central de la pelicula -desacralización de los tabúes sexuales, valor de hablar sobre ello, de convertirlo en asunto cientifíco, etc.-, se podrían después derivar los demás apartados de la encuesta, en una barahúnda de preguntas donde los interpelados vendrian a ser prácticamente los mismos espectadores de la pelicula.
Por ejemplo:
«¿Dónde empieza la anormalidad y termina la normalidad en las relaciones sexuales?».
«¿Qué son los sádicos?».
«¿Qué son los masoquistas?».
«¿Qué son los exhibicionistas?».
«¿Qué son los fetichistas?».
«¿Qué son los libertinos?».
«¿Qué relación hay entre alcohol y sexo, entre droga y sexo?».
Dos apartados especialmente importantes podrian estar dedicados a dos problemas muy «populares» en este àmbito: la homosexualidad y la prostitución.
Y luego:
«¿Qué relación hay entre la vida sexual real y la vida matrimonial?».
«¿Qué es el honor sexual?».
«¿Cuàl es la relación histórica entre honor sexual-virginidad, fìdelidad matrimonial y sociedad subdesarrollada?».
«¿En que términos se plantea el problema del divorcio?».
«¿Y el del aborto?».
«¿Y el del contro! de natalidad?».
Toda esta serie de preguntas -con respuestas aberrantes y sintéticas explicaciones de los colaboradores- deberían Ilevarse a cabo bajo el signo de la rapidez y de lo imprevisible. Se podría adoptar para ello la técnica de los realizadores de documentales sensacionalistas -digo la técnica, no los objetivos vulgares y desconsiderados que los presiden-. Las preguntas tendrían que ser fulminantes, duras, sin gracia, lanzadas a bocajarro (se podrían suavizar luego en el doblaje), para arrancar a los interpelados si no la verdad en sentido lógico, al menos su verdad psicológica: una expresión de los ojos, un gesto de escándalo o de rabia, una risa pueden decir mas que un discurso entero. […]
  

[…]
La gente risponde. Un turbinio, un caos, una babilo­nia di opinioni diverse. Le più ridicole, inconcepibili e contraddittorie. E ingenue, infantili, scandalizzate, ap­parentemente sensate, in realtà prive di ogni senso logi­co. La gente risponde. È chiaro che l'intelaiatura dell'in­chiesta dovrà essere nettissima, quasi matematica: ma la realizzazione dovrà necessariamente essere la più ina­spettata, la più imprevista, la più caotica possibile: se­condo il grafico delle opinioni della gente sui problemi che essa pone.
L'inchiesta potrà dividersi in due parti: una prima parte in cui prevalgono le richieste di opinioni del pubblico - del pubblico medio, proprio quello che popola la sala e che sta in questo momento con gli occhi sullo schermo, a riconoscersi nei «tipi» interrogati - e una seconda parte più particolarmente dedicata alle opinioni di «color che sanno», alle opinioni degli uomini di cultura.
Sia la prima parte che la seconda parte dovrebbero essere divise in tanti brevi e asimmetrici paragrafi, ognu­no con un suo titolo (titoli che potrebbero essere stam­pati su immagini di orrendi animali, ragni, microbi, amebe, mostri, serpenti che si divorano...).
Il primo paragrafo potrebbe essere dedicato al posto che occupa il sesso nella vita, il suo peso nei sentimenti, nei pensieri, negli istinti che regolano la nostra esistenza di ogni giorno: il regista va per la strada, vede una grassa massaia che torna dalla spesa, e le chiede: «Scusi, che importanza ha nella sua vita il sesso?». Poi vede uno studentello quindicenne che uscendo dalla scuola corre verso il tram, lo ferma, e: «Che importanza ha, o avrà, nella tua vita il sesso?». Poi entra nello studio di un im­portante professionista, chino sulle carte sotto un falso Segantini, e anche a lui: «Che importanza ha nella sua vita il sesso?».
Probabilmente tutti negheranno che il sesso nella loro vita abbia qualche importanza.
Ma, sulle 100, 200 domande che si faranno, una doz­zina da poter scegliere, in modo che si integrino a vicen­da, ci saranno sicuramente: una mezza dozzina, in cui appunto, secondo ipocrisia, gli interpellati si schermi­ranno, cancellando da sé soltanto l'idea che il sesso pos­sa importare qualcosa; e una mezzadozzina, al contra­rio, in cui gli interpellati avranno, con umorismo o con angoscia, il coraggio di ammettere la reale importanza del sesso nella propria vita.
Ed è a questo punto che potrebbe intervenire uno dei redattori (Moravia, contro il suo barocchetto romano, per esempio) sul problema: «Sesso: inibizione, ipocrisia e convenzioni sociali»: e il suo discorso verrebbe illu­strato, dopo le prime battute, da materiali di repertorio (per esempio: potrebbero ritornare le immagini degli «inibiti» visti prima dei titoli di testa, i martiri della re­pressione: anormali, nevrotici, pazzi ecc.).
E da questo, che potrebbe essere il tema centrale del film: la dissacrazione dei tabù sessuali, il coraggio di par­larne, di farne argomento di scienza ecc. ecc., si potreb­bero poi sgranare tutti gli altri paragrafi dell'inchiesta, in una sarabanda di domande in cui gli interpellati verreb­bero ad essere praticamente gli stessi spettatori del film.
A caso:
«A che punto comincia l'anormalità e finisce la nor­malità nei rapporti sessuali?»
«Che cosa sono i sadici?»
«Che cosa sono i masochisti?»
«Che cosa sono gli esibizionisti?»
«Che cosa sono i feticisti?»
«Che cosa sono i libertini?»
«Che rapporto c'è tra alcol e sesso, tra droga e sesso?»
Due paragrafi particolarmente importanti potrebbero essere dedicati a due problemi molto «popolari», in questo settore: l'omosessualità e la prostituzione.
E poi:
«Che rapporto c'è tra reale vita sessuale e matrimo­niale?»
«Cos'è l'onore sessuale?»
«Qual è il rapporto storico tra onore sessuale-verginità, fedeltà matrimoniale e società sottosviluppate?»
«In quali termini si pone il problema del divorzio?»
«E quello dell'aborto?»
«E quello del controllo delle nascite?»
Tutta questa serie di domande - con relative risposte aberranti e sintetiche spiegazioni dei redattori - dovreb­bero svolgersi sotto il segno della rapidità e dell'impre­visto. Si potrebbe perciò adottare la tecnica dei registi dei cinegiornali scandalistici: dico la tecnica, non certo le ragioni volgari e irrispettose che vi presiedono. Le do­mande dovrebbero essere brucianti, cattive, sgraziate, rivolte a bruciapelo (nel doppiaggio poi si provvederebbe ad addomesticarle), in modo da strappare agli inter­pellati, se non la verità in senso logico, almeno la loro verità psicologica: una espressione degli occhi, un moto di scandalo o di rabbia, una risata, possono dire di più che un intero discorso. […]

IL VANGELO SECONDO MATTEO
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"Pagine corsare", blog dedicato a Pier Paolo Pasolini - Autrice e curatrice: Angela Molteni
Autori associati: Alessandro Barbato, Claudio Rampini, Marco Taffi
Nel sito, negli archivi e nei sommari potrai trovare gli ipertesti, gli interventi,
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