"Pagine corsare"
LA SAGGISTICA - POESIA
Due poesie di Elsa Morante
per Pier Paolo Pasolini
Dopo aver letto Poesia in forma di rosa, nel 1964, Elsa Morante scrive e invia all’amico
Pasolini un testo “scherzoso”, Madrigale in forma di gatto, un calligramma in cui
lo accusa di ipocrisia, di finto amore, di malafede ideologica.
Non sono accuse da poco. Sostanzialmente Elsa accusa Pasolini proprio
di falso amore verso il sottoproletariato, di narcisismo e protagonismo.
La seconda poesia di Elsa Morante, A P.P.P. In nessun posto è uno straziante
componimento poetico tramite il quale la grande scrittrice indirizza a
componimento poetico tramite il quale la grande scrittrice indirizza a
Pier Paolo Pasolini l'ultimo saluto...
UN RINGRAZIAMENTO DI CUORE A ENRIQUE IRAZOQUI
Madrigale in forma di gatto
La rosa è la forma delle beatitudini.Beata l’angoscia in forma di rosa.Beato il disordine e la libidine sanguinosala passione di sé invereconda gli eccessi di velocità ele orge funebriil nero rifiuto dello sposalizio le bandiere dell’oltranzale corazze dell’ignoranzai vari equivoci dell’egoismo le mascherate degli straccile carità pretestuose le immondizie deificatei pregiudizi di casta l’alibi storicisticole complicità attuali, l’adorazione ai padri farisei, lapaura della castrazioneil candido tradimento il pianto vantonela corda sentimentale e la spada della ragionebeate le secrezioni i visceri della letteratura l’oratoriola mistificazionequando finalmente s’aprono in forma di rosa!Il ragazzo che si intende protagonista del mondo(protagonista anche se bandito, anzi di più perché bandito…starà sempre beato al centro della rosa.E lui beato ignorerà gli altri peccatori al bando della rosae al bando di se stessinon protagonisti del mondonon leggenda di se stessisoli senza nessun addio. Agonie senza nessun piantoe nessuna rosaIl gatto che non crepa[vi]
A P.P.P. In nessun posto
E così,tu – come si dice – hai tagliato la corda.In realtà, tu eri – come si dice – un disadattatoe alla fine te ne sei persuasoanche se da sempre lo eri stato: Un disadattato.I vecchi ti compativano dietro le spallepure se ti chiedevano la firma per i loro proclamie i “giovani” ti sputavano in facciaperché fascisti come i loro baffi:(già, tu glielo avevi detto, peròavevi sbagliato in un punto:questi sono più fascisti dei loro baffi)ti sputavano in faccia, ma ovviamente anche loroti chiedevano la propaganda per i loro volantinie i soldi per le loro squadrette.E tu non ti negavi, sempre ti davi e ti daviE loro pigliavano e poi: “lui dà”– bisbigliavano nei loro pettegolezzi –“per amore di se stesso”. Viva, vivachi ama se stesso e gli altri ama come se stesso.Loro odiano gli altri come se stessie in tale giustizia magari si credonodi fondare una rivoluzione.Loro ti rinfacciavano la tua diversitàdicendo con questo: l’omosessualità.Difatti, loro usano il corpo delle femminecome gli pare. Liberi di usarlo come gli pare.Il corpo delle femmine è carne d’usoma il corpo dei maschi esige rispetto. E come no!Questa è la loro morale. Se una femminella di stradaavesse assassinato uno dei loronon la giustificherebbero perché immatura.Ma in verità in verità in veritàquello per cui tu stesso ti credevi un diversonon era la tua vera diversità.La tua vera diversità era la poesia.È quella l’ultima ragione del loro odioperché i poeti sono il sale della terrae loro vogliono la terra insipida.In realtà, LORO sono contro-natura.E tu sei natura: Poesia cioè natura.E così, tu adesso hai tagliato la corda.Non ti curi più dei giornali– [la] preghiera del mattino – con le crisi di governoe i cali della lira, e decretoni e decretinie leggi e leggione. Io speroche un’ultima sola grazia terrena ti resti ancora – per poco –ossia ridere e sorridere. Che tu di là dove sei– ma per poco ancora – di là, dal Nessun Postodove ti trovi ora di passaggio –che tu sorrida e rida dei loro profitti e speculazioni e rendite accumulatee fughe dei capitali e tasse evasee delle loro carriere ecc.Che tu possa riderne e sorriderne per un attimoprima di tornarteneal Paradiso.Tu eri un poveroE andavi sull’Alfa come ci vanno i poveriper farne sfoggio tra i tuoi compaesani: i poveri,nei tuoi begli abitucci da provinciale ultima modacome i bambini che ostentano di essere più ricchi degli altriper bisogno d’amore degli altri.Tu in realtà questo bramavi: di essere uguale agli altri,e invece non lo eri. DIVERSO, ma perché?Perché eri un poeta.E questo loro non ti perdonano: d’essere un poeta.Ma tu ridi[ne].Lasciagli i loro giornali e mezzi di massae vattene con le tue poesie solitarieal Paradiso.Offri il tuo libro di poesie al guardiano del Paradisoe vedi come s’apre davanti a tela porta d’oroPier Paolo, amico mio
Roma, 13 febbraio 1976
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"Pagine corsare", blog dedicato a Pier Paolo Pasolini - Autrice e curatrice: Angela Molteni
Autori associati: Alessandro Barbato, Claudio Rampini, Marco Taffi le notizie contenuti in oltre tredicimila documenti dedicati a Pier Paolo Pasolini |